Di Elena Giordano

Elnaz si è rimessa il velo

Elnaz Rekabi, la prima donna a vincere una medaglia ai Mondiali, è diventata un simbolo della protesta iraniana dopo che ha gareggiato ai campionati asiatici a capo scoperto. Ma il regime iraniano la costringe a smentirsi: “è stata una distrazione”, anche se molte persone ritengono che sia una menzogna. Per le donne iraniane l’obbligo di […]

Elnaz Rekabi, la prima donna a vincere una medaglia ai Mondiali, è diventata un simbolo della protesta iraniana dopo che ha gareggiato ai campionati asiatici a capo scoperto. Ma il regime iraniano la costringe a smentirsi: “è stata una distrazione”, anche se molte persone ritengono che sia una menzogna.

Per le donne iraniane l’obbligo di indossare il velo è considerato simbolo degli abusi del regime, al quale molte donne si stanno iniziando a ribellare proprio come la nostra Elnaz, e prima di lei Mahsa Amini, una donna iraniana che fu accusata di aver indossato il velo in modo scorretto e che per questo fu uccisa.

L’usanza di portare il velo, inizialmente, non nacque in Iran ma nei paesi che si affacciavano sul mar Mediterraneo, dove lo usavano le donne appartenenti a un alto ceto sociale proprio come segno di decoro. Questa tradizione fu ripresa da Maometto, infatti nel Corano non c’è scritto che è obbligatorio indossare il velo ma che a donne e a uomini è richiesto di vestirsi in modo decoroso.

Ma con il passare del tempo è cambiato il suo significato, e oggi ad alcune donne viene imposto di indossare il velo o dalla famiglia oppure dalla comunità.

Ai giorni d’oggi molte donne iraniane hanno iniziato a compiere azioni di protesta per ottenere la possibilità di non indossare il velo: un esempio è proprio la nostra Elnaz.

Io penso che l’obbligo di portare il velo sia una cosa ingiusta, perché tutte le persone, secondo me, dovrebbero mostrare il proprio volto senza paura e senza obbligo di coprirlo.

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