Le prove di evacuazione, in particolare quelle antincendio, discendono dall’allarme inventato da William Francis Channing nel 1852 in Inghilterra. Successivamente sono state perfezionate aggiungendo alcuni accorgimenti.
Si effettuano in edifici comuni come scuole o grandi aziende e hanno l’obiettivo di familiarizzare con una possibile situazione di emergenza. E’ obbligatorio svolgere questi test almeno due volte all’anno in tutte le realtà lavorative e sono illustrate in modo dettagliato nel Piano di Emergenza.
Si possono riconoscere ascoltando tre suoni prolungati e vengono eseguite in quattro fasi: per prima cosa avviene una simulazione del pericolo, come un terremoto o un incendio. Poi, si aprono le vie di fuga più vicine e si esce dalla struttura o si ricorre all’utilizzo di estintori. Le vie di fuga sono percorsi senza ostacoli che agevolano il deflusso delle persone o un locale sicuro. Solitamente, si stabilisce un punto di ritrovo comune, come il giardino. Se si tratta di un terremoto ci si rifugia sotto un tavolo o un vano di una porta. Poi, l’insegnante o il direttore della fabbrica fa l’appello controllando che ci siano tutti. In genere, viene eletto un addetto all’evacuazione che controlla l’adeguato svolgimento della prova e telefona ai vigili del fuoco in caso di incendio e in caso qualcuno rimanga dentro. Inoltre, una volta terminata la prova dà l’autorizzazione a rientrare. Alla fine dell’esercitazione bisogna scrivere un verbale per mettere nero su bianco l’effettiva realtà della prova, che deve essere firmato dal Rappresentante dei Lavoratori.
Nella nostra scuola, quando ci sono le prove di evacuazione, appena si sente la campanella molti ragazzi spesso si agitano. Il prof presente deve ricordarsi di prendere la cartella della classe per poi accompagnarci in cortile. Bisogna scendere in fila per uno abbandonando ciò che si sta facendo. All’inizio dell’anno si scelgono due persone alte che aprono e chiudono la fila. Noi abbiamo due punti di ritrovo: il giardino e il campo da calcio. Una volta arrivati ci raggruppiamo e facciamo l’appello. Dopo di che si torna in aula per continuare le lezioni.
A mio parere è stata un’invenzione geniale, ha reso possibile verificare la sicurezza dei luoghi lavorativi e sapere cosa fare in caso di pericolo.
Di Anna Volpi e Miriam Santambrogio
La festa di fine anno
Ogni anno, alla fine della scuola facciamo una festa per concludere il percorso scolastico. La festa si svolge in questo modo: al mattino, appena arrivati si celebra la messa in giardino, poi si entra in classe per fare la merenda e l’intervallo. A metà mattina gli alunni preparano e allestiscono le aule con i lavori […]