Di Davide Severgnini

La violenza in Brasile: dov’è la democrazia?

L’articolo tratta di un episodio molto grave successo in Brasile in cui i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, che non accettavano l’elezione del nuovo presidente, assalirono i palazzi del governo brasiliano causando numerosi danni. Nel mirino della giustizia è finito proprio Bolsonaro che si pensa possa essere stato complice delle violenze.  Migliaia di sostenitori dell’ex presidente […]

L’articolo tratta di un episodio molto grave successo in Brasile in cui i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, che non accettavano l’elezione del nuovo presidente, assalirono i palazzi del governo brasiliano causando numerosi danni. Nel mirino della giustizia è finito proprio Bolsonaro che si pensa possa essere stato complice delle violenze. 

Migliaia di sostenitori dell’ex presidente hanno occupato e devastato edifici governativi nella capitale Brasilia. Una cinquantina i feriti, alcuni in gravi condizioni. Dopo diverse ore la polizia ha ripreso il controllo della situazione. Secondo il ministro della Giustizia è un atto di “golpismo”, Lula parla di “atti terroristici”. Bolsonaro, ricoverato in Florida per un’occlusione intestinale, condanna gli attacchi parlando di azioni “illegali”.

Sono stati compiuti 209 arresti in flagranza di reato e altre 1.200 persone, per la maggior parte quelle che si trovavano nell’accampamento di bolsonaristi installato vicino alla caserma dell’esercito, sono state arrestate. Anche il nipote di Bolsonaro era tra i manifestanti. L’ex presidente era in Florida quando è avvenuto questo fatto.

L’attacco  è stato molto simile a quello avvenuto in Campidoglio in cui i sostenitori dell’ex presidente Trump hanno assaltato i palazzi della politica di Washington.  Anche i due ex-presidenti hanno elementi in comune, Bolsonaro ha detto più volte di volersi “ispirare” allo statunitense. Tutti e due hanno conquistato il potere tramite una propaganda aggressiva basata su “fake news”.

Questi fatti rappresentano una situazione molto grave e bisogna accettare il pensiero degli altri anche se è diverso dal proprio, nonostante in alcuni paesi questo traguardo sembra ancora lontano.

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